© Humu
TERRACHIAMA 3856 giorni fà
La Terra ci chiama. Se siamo disposti a riavvicinarla possiamo sperimentare la sua generosità
nonostante tutti i mali che le riversiamo addosso.
Proponiamo di fare insieme un’esperienza: l’esperienza di seminare e assistere al miracolo della crescita.
Non vogliamo fare del folclore né rivolgere lo sguardo nostalgico al passato:
abbiamo urgente bisogno di seminare un futuro di fiducia.
E quale altro può essere il nostro punto di partenza e di riferimento se non la terra che riceve un seme e ne restituisce mille?
Qualcuno conosce governanti, scienziati, economisti , multinazionali in grado di mantenere simili promesse?
Come sarebbe diverso il mondo degli umani
se imparassimo ad esser così pieni di abbondanza e generosità nelle nostre azioni,
come la Terra.
Perché di calcoli e di statistiche ne abbiamo fin sopra i capelli;
ne abbiamo abbastanza di manipolazioni genetiche, di vivisezioni dei nostri corpi e nelle nostre anime;
di brevetti sugli esseri viventi, circondati da un delirio di onnipotenza!
C’è bisogno di umiltà.
Umile è colui che si china fino all’humus, al suolo appunto.
Che lo sappiamo o no è da questo  che dipendiamo, tutti.
Le meraviglie hi-tech, i prodigi delle scienze, i viaggi spaziali, gli illimitati poteri di calcolo e tutti i comfort della società dei consumi
ci hanno fatto dimenticare le basi dell'esistenza umana.
La nostra possibilità di sopravvivere non è determinata dalle borse internazionali,
da ciò che viene stabilito dal Fondo Monetario Internazionale o dall’Unione Europea e
neppure dai risultati delle prossime elezioni.
Tutta la vita sulla Terra dipende da circa venticinque centimetri di strato fertile di suolo, in grado di sostenere la vita vegetale, che sostiene quella animale e umana.
E un campo può anche essere il luogo dove le persone si incontrano, e compiono assieme una grande opera d’arte comune.
Perché l’arte può resuscitare il nostro potere più grande che abbiamo sepolto sotto cumuli di protesi tecnologiche: l’immaginazione.
Sì! Possiamo immaginare e generare un mondo diverso da quello che ci sta spingendo dentro recinti sempre più stretti  e opprimenti.
C’è ancora tempo, c’è ancora spazio;
c’è ancora Terra… E c’è ancora chi ama!




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